Studia greco e latino. Nel 1608 Hobbes diventa precettore della famiglia Cavendish, duchi Devonshire. Compie viaggi in Italia e Francia. Nel 1640 si trasferisce a Parigi dove soggiorna per molto tempo, nel 1651 ritorna a Londra e viene accusato di eresie. Muore a Hardwick nel 1679.
→ VISIONE FILOSOFICA E POLITICA
Tutta la dottrina di Hobbes è incentrata sulla convinzione secondo cui gli individui sono animati dall’ egoismo e mossi ad agire in vista del proprio interesse personale, in una condizione perenne di conflitto di tutti contro tutti.
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"homo homini lupus" |
1. Sensazione: il movimento sollecitato dagli oggetti esterni negli organi di senso e, attraverso i nervi nel cervello.
2. Immaginazione: collega le immagini sensibili trattenute dalla memoria
3. Intelletto: collega i nomi attribuiti convenzionalmente dal linguaggio alle immagini delle cose, infatti il linguaggio ha due funzioni principali:
- memorizzazione
- comunicazione
inoltre consente la generali necessaria alla costruzione dell’edificio della scienza.
L’unica realtà consentita è la materia corporea, così come l’unico principio di spiegazione dei fenomeni è il movimento, pertanto esiste un rigido determinismo anche in ambito etico: il ben e il male coincidono con ciò che favorisce l’autoconservazione o che la ostacola. Per Hobbes la libertà è soltanto la liberta di fare ciò che la volontà ha deciso.
Secondo Hobbes la realtà si divide in Stato di Natura e Società Civile.
Lo stato di natura è caratterizzato da illimitata libertà individuale che comporta una situazione di ostilità generale con il rischio della distruzione reciproca, è per questo che gli uomini devono rinunciare al diritto naturale seguendo le tre massime della ragione:
1. Cercare un compromesso per ottenere la pace
2. Limitare i propri diritti in relazione a quegli degli altri
3. Rispettare i patti.
È dalla rinuncia razionale al diritto naturale che deriva la Società Civile.
Questa è fondata sul patto di unione, ovvero la convergenza di molte volontà verso un solo scopo, e il patto di sottomissione, ovvero l’alienazione dei diritti e del potere a un sovrano.
Dai due patti ha origine lo STATO o LEVIATANO, questo ha il potere assoluto con, però, alcuni limiti: non può emanare ordini che mettano a repentaglio la vita o l’incolumità dei cittadini e deve lasciare un margine di libertà ai sudditi nella sfera privata.
Il suo potere non ha mai termine,
all’obbedienza delle
leggi, ma non ha l’obbligo di seguirle; ha pieno
controllo delle azioni e delle opinioni dei sudditi; coincide con la legge e stabilisce i criteri del giusto e dell’ingiusto; ingloba il potere religioso.
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