venerdì 24 maggio 2019

Kant - La legge morale come "fatto della ragione"

Dalla 'Critica della ragion pura'

Analisi del testo
La legge morale si presenta subito come indipendente da qualsiasi condizione esterna alla ragion pura e sotto forma di dovere categorico. La categoricità del dovere morale risiede nel fatto che l'imperativo etico non comanda un'azione in vista di uno scopo o di un affetto desiderati, ma in modo incondizionato e assoluto, ossia "sciolto" da ogni dipendenza estranea alla ragion pura.
Ognuno può avere la coscienza della legge morale semplicemente guardando se stesso, dove la troverà come un "fatto della ragione", a priori, cioè precedente ogni altra esperienza. La legge morale è dunque "originariamente legislativa" in quanto autonoma; ciò non significa che il soggetto può darsi le regole che vuole, ma che il fondamento della morale è radicato nella razionalità universale degli uomini. "sic volo, sic iubeo" = così voglio, così comando
Nell'uomo la legge morale ha il carattere di un imperativo, un comando, perché l'uomo non è solo ragione pura, ma anche istinto, e pertanto in lui non si può supporre una volontà "santa", cioè incrollabile e mai vacillante, tale da adempiere sempre e perfettamente le massime morali. Per quanto non realizzabile completamente, la "santità" costituisce tuttavia uno obiettivo che l'uomo deve avere davanti a sé, in ciò supportato dalla legge morale. La volontà si sottomette alla legge come un dovere, e il "costringimento", sebbene di carattere "intellettuale", è inevitabile, in quanto il soggetto può nutrire motivazioni personali ed sciistiche, contrarie a quelle oggettive della morale.

martedì 21 maggio 2019

Hume e Kant a confronto: la morale

Kant vs. Hume

KANT:

- Il vizio e la virtù:
  • Si basano sulla ragione e non sulla sensibilità;
  • rientrano in una morale universale e necessaria;
⇒ E' bene ciò che à conforme alla legge morale iscritta nell'uomo.


HUME:

- Il vizio e la virtù:
  • Si basano sul sentimento sociale e non su principi assoluti e immutabili;
  • Sono relativi alla percezione del soggetto;
⇒ E' bene ciò che assicura la massima felicità possibile al maggior numero di persone.

venerdì 3 maggio 2019

Immanuel Kant

→ VITA
Nato nel 1724 a Konigsberg, da una famiglia modesta, non uscendo mai dalla sua città, Kant si dedicò principalmente allo studio e all'insegnamento accademico. Non viaggiò e non si fece coinvolgere in attività politiche o diplomatiche, diversamente dalla maggior parte dei filosofi moderni. 
Proverbiale è rimasta la sua puntualità. La giornata si svolgeva inflessibilmente con una successione regolare di attività. Si tramanda che i cittadini di Konigsberg regolassero i propri orologi sui suoi movimenti. 


→ 'CRITICA DELLA RAGION PURA'

Nella 'Critica della ragion pura' si afferma che:
  • occorre condurre un'analisi sui fondamenti della conoscenza al fine di appurare quali sono le condizioni di possibilità della scienza e capire se è possibile una metafisica come scienza. A questo scopo si analizzano le proposizioni della scienza (i giudizi).
  • i GIUDIZI si distinguono in tre tipologie: 1) analitici: In essi il predicato esplica solo il contenuto del soggetto e possiedono universalità e necessità ma non accrescono il sapere; 2) sintetici a posteriori: in essi il predicato aggiunge valore al soggetto e accrescono il sapere ma sono particolari e contingenti; 3) sintetici a priori: essi accrescono il sapere (sintetici) e sono dotati di universalità e necessità (priori);
  • nei giudizi sintetici possiamo trovare l'aspetto materiale in quanto le espressioni sensibili vengono ricevute dal soggetto passivamente dall'esperienza e l'aspetto formale poiché la modalità con cui la mente ordina le impressioni è attiva. 
  • la rivoluzione copernicana consiste nel fatto che non è la mente a doversi adeguare alla realtà, ma la realtà a doversi adeguare alle modalità conoscitive del soggetto. 

La 'Dottrina degli elementi' è suddivisa in:
  • ESTETICA TRASCENDENTALE: studia la conoscenza sensibile la quale è passiva e attiva allo stesso tempo infatti riceve dall'esperienza i dati percettivi e li organizza attraverso due forme a priori: 1) spazio, la forma del senso esterno; 2) tempo, la forma del senso interno;
  • LOGICA TRASCENDENTALE: suddivisa a sua volta in:
  • Analitica Trascendentale: studia la facoltà dell'interno e consente di unificare le intuizioni sensibili sotto le 12 categorie. La legittimità della loro applicazione è giustificata con la deduzione trascendentale secondo cui tutto il processo conoscitivo è fondato sull'IO PENSO, il legislatore della natura intesa come realtà fenomenica e distinta dalla realtà noumenica;
  • Dialettica Trascendentale: studia la ragione e cerca di superare i limiti dell'esperienza attraverso: 
  • ⇨ 1) L'unificazione dei dati del senso interno (idea dell'anima); 
  • 2) L'unificazione dei dati del senso esterno (idea del mondo);
  • 3) L'unificazione dei dati del senso interno ed esterno (idea di Dio);

→ 'LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA'

Nella critica della ragion pratica si afferma che:
  • La legge morale è un fatto della ragione e che quindi è condizionata e universale. Essa, inoltre, ha la forma del comando perché deve contrastare la sensibilità e gli impulsi egoistici.
  • La ragion pratica coincide con la volontà che è la facoltà che permette di agire sulla base di principi normativi:
  • ↠ LE MASSIME che sono di carattere soggettivo;
  • ↠ GLI IMPERATIVI che sono prescrizioni di carattere oggettivo distinti in:
  • ⇨ Imperativi ipotetici
  • ⇨ Imperativi categorici
  • L'azione è morale quando è composta solo in vista o per rispetto del dovere oppure quando soddisfa il principio di universalizzazione ampliato attraverso tre formulazioni dell'imperativo categorico, che impongono di agire:
  • ↠ 1) "soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale";
  • ↠ 2) "in modo da trattare l'umanità, sia nella persona sia in quella di ogni atro, sempre anche come fine e come mezzo";
  • ↠ 3) in modo tale che "la volontà, in base alla massima, possa considerare contemporaneamente se stessa come universalmente legislatrice";
  • La moralità richiede la conformità al dovere ma anche la convinzione interiore, dunque in essa l'uomo si eleva al di sopra del sensibile e delle leggi di natura e, sempre su di essa, si fonda la religione. Infatti le principali dottrine religiose sono postulati della ragion pratica:
  • ↠ L'esistenza di Dio garantisce la possibilità del sommo bene;
  • ↠ L'immortalità dell'anima garantisce la realizzazione del sommo bene;

→ 'LA CRITICA DEL GIUDIZIO'

Nella Critica del Giudizio si analizza la facoltà del sentimento (=facoltà del giudizio) intesa come organo dei giudizi riflettenti i quali si distinguono dai giudizi determinati (dell'intelletto) che determinano l'oggetto fenomenico unificando il molteplice attraverso le categorie dell'intelletto. Inoltre, i giudizi riflettenti, si suddividono in giudizi estetici e giudizi teleologici. 

In essa si afferma che:
  • Il giudizio estetico nasce dal sentimento di piacere o dispiacere. Esso è:
  • ↠ Contemplativo e Disinteressato;
  • ↠ Universale, infatti in tutti gli uomini esiste un senso comune il quale coglie l'accordo tra immagine della cosa e le nostre esigenze di unità e finalità, infatti, la bellezza non è nelle cose ma nel soggetto che le percepisce;
  • Il sublime è il sentimento dell'illimitato e si distingue in:
  • ↠ Sublime MATEMATICO che ha per oggetto la "grandezza della natura"
  • ↠ Sublime DINAMICO che ha per oggetto la "potenza della natura"
  • Il giudizio teologico deriva da un'esigenza insopprimibile del soggetto il quale è portato a supporre la presenza di un fine intrinseco ne mondo organico.

LA VISIONE RELIGIOSA E POLITICA DI KANT

Kant afferma ne "La Religione dei Limiti della Semplice Ragione" che la religione è una disposizione etica interiore a operare secondo il dovere.
Nel trattato "Per la Pace Perpetua", Kant auspica a una creazione de una costituzione federale di tutti gli Stati della terra al fine di garantire la pace nel mondo. Infatti la pace è garanzia della libertà e ogni stato è una società di persone, cioè esseri razionali e morali i quali appartengono a una comunità universale ideale (regno dei fini) e devono essere rispettati nella loro dignità e tutelati nei loro diritti attraverso la creazione di un diritto cosmopolitico.







Kant - La legge morale come "fatto della ragione"

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